Presepe vivente di Sutera

Durante il periodo natalizio, il quartiere più antico e suggestivo di Sutera, il Rabato, si trasforma in un vero e proprio Presepe vivente: strette viuzze, illuminate da suggestive torce e falò, case ormai disabitate, fanno da scenario a un presepe molto particolare.

La manifestazione, oltre a rivestire particolare rilevanza per l’intrattenimento e l’ospitalità turistica del paese, costituisce anche un importante richiamo turistico per l’intera regione, così come testimonia la presenza di circa 25.000 visitatori. Nel presepe si rinnova il grande evento della nascita di Gesù in una suggestiva atmosfera di calde luci ed antichi suoni.

Le case e le strette vie del Rabato si animano delle voci di li panarari, viddani, pastura, conzapiatta, tessitrici che, con la loro fervente attività, fanno rivivere la civiltà contadina dei primi del ’900, mentre le nenie cantate dal gruppo dei Cantori locali allieteranno il percorso. Gli antichi sapori dei piatti tipici di una volta, accarezzano il palato dei visitatori che possono gustare li ciciri, lu pani cunzatu, la minestra di maccu, la guastedda facendo rivivere un passato che non si vuole dimenticare.

Dal 2005 il Presepe Vivente di Sutera fa parte del R.E.I. (Registro dell’Eredità Immateriali) della Regione Sicilia nella sezione del Libro dei Saperi.

Sutera è comune siciliano di 1.500 anime arroccato alle pendici del Monte Paolino, in provincia di Caltanissetta. Il modo in cui, con il tempo, sono state costruite le case ed è cresciuto il paese, ricorda ai più creativi un collier, in cui il monte è la testa e le case in gesso locale sono delle perle. Il paese prende il nome dalla parola greca “sotér” che vuol dire “salvatore”. Si tratta di un appellativo con cui i Suteresi hanno nella storia considerato il monte che li protegge. Seppur piccolo, Sutera è un centro ricco di cose da fare e luoghi da vedere per via della sua storia che intreccia diverse culture: greca, araba, normanna, bizantina, aragonese.

Sutera è composta da tre quartieri:

Rabato è il quartiere principale e più antico del borgo in quanto fondato dagli Arabi. In esso sorge il duomo, dove si svolge il Presepe Vivente.

Rabatello è un quartiere che nasce dall’espansione del Rabato. Al suo interno troviamo la Chiesa del Carmelo e il Museo etno-antropologico, che nasce presso il Convento dei Padri Carmelitani e racconta, mediante l’esposizione di oggetto di uso comune, la cultura e la storia di Sutera.

Questi due primi quartieri di origine araba prendono il nome dalla parola araba “rabad” che vuol dire “borgo”.

Giardinello, infine, è il quartiere più recente, in quanto realizzato in epoca normanna. Al suo interno è possibile trovare edifici come quello del Comune, la scuola, l’ufficio postale e le farmacie.

Il viaggiatore che arriva a Sutera non deve assolutamente trascurare la salita al sovrastante e svettante monte San Paolino, perché è da lì che si coglie gran parte del fascino che caratterizza questo piccolo borgo dell’alta valle del Platani inserito nel club dei Borghi più belli d’Italia.
Una volta nel paese si consiglia, quindi, di dirigersi subito verso la piazza Carmine a monte della quale ha inizio il percorso lastricato che si inerpica lungo il fianco della montagna. Dopo più di 200 metri di dislivello si raggiunge un ampio slargo – una sorte di terrazzo che offre grandiose viste su gran parte della Sicilia – su cui prospetta il santuario di San Paolino fatto costruire nel 1370, sulle rovine del castello di origine bizantina, da Giovanni III Chiaramonte. La chiesa, a tre navate, conserva una settecentesca tela della Madonna in trono con i SS. Cosma e Damiano, di Filippo Tancredi, e due capolavori dell’oreficeria siciliana: l’urna di San Paolino, del 1498, interamente ricoperta da lamina d’argento finemente decorata con figure, racemi e palmette, e l’urna di Sant’Onofrio, realizzata dal palermitano Francesco Rivelo nel 1649, pregevole espressione dell’arte barocca.